I restauri degli affreschi di Montesiepi
Chiusdino al tempo dei Vescovi di Volterra
I luoghi di San Galgano fuori dalla Val di Merse
Lectio Magistralis del prof. don Enrico Grassini e ammissione nuovi accademici












Lectio Magistralis ed ammissione dei nuovi Accademici









Il tetto della chiesa di San Galgano: la verità è diversa da come narrata da Alberto Angela
La recentissima nuova trasmissione ideata e condotta dal dottor Alberto Angela, «Meraviglie. La penisola dei tesori», nella puntata trasmessa dal primo canale della RAI, Radiotelevisione Italiana, il 10 gennaio ultimo scorso, si è soffermata anche su due delle emergenze artistico-architettoniche più significative della provincia di Siena cioè l’eremo di San Galgano a Montesiepi e la sottostante grande abbazia cistercense intitolata anch’essa al santo cavaliere eremita, entrambi nel territorio del comune di Chiusdino. All’interno del brevissimo intervento, esattamente fra i minuti 39:10 e 39:20, purtroppo si propone all’attenzione del pubblico un’interpretazione dell’attuale assenza della copertura della grande chiesa abbaziale da tempo rivelatasi errata.
La realtà è diversa:
Nel 1896 l’architetto Antonio Canestrelli diede alla luce un documento, probabilmente redatto da un monaco cistercense contemporaneo al Vitelli Ghiandaroni e reperito nell’Archivio di Stato di Firenze, in cui si poteva leggere che questo abate era ritenuto responsabile di aver «lasciato usurpare molti beni, cadere i poderi, alienare, impegnare ciò che v’era di buono, et quel ch’è peggio vendere il piombo che copriva tutta la cupola della chiesa stessa e della cappella del miracolo di San Galgano» (Archivio di Stato di Firenze, Archivio cistercense proveniente dal già patrimonio ecclesiastico, C, XVIII, n. 18; A. Canestrelli, L’abbazia di S. Galgano, cit., pag. 44).
Pietro Mattei da Chiusdino: Cantari in ottava rima (XVI sec)
presentazione del libro
PIETRO MATTEI DA CHIUSDINO
CANTARI IN OTTAVA RIMA
(XVI SECOLO)
Siena, venerdì 26 gennaio, ore 17
sala storica della Biblioteca Comunale
via della Sapienza, 5
a cura di
Andrea Conti e Giulia Marucelli
Nuova Immagine Editrice
interverranno:
Duccio Balestracci
Roberto Barzanti
Pietro Clemente
le ottave saranno declamate in canto da
Marco Betti
parteciperanno i Curatori del volume e l’Editore
Siena, 26 gennaio 2018, presentazione del volume «Pietro Mattei da Chiusdino. Cantari in ottava rima (XVI secolo)» di Andrea Conti e Giulia Marucelli interverranno Duccio Balestracci, Roberto Barzanti, Pietro Clemente Venerdì 26 gennaio, alle ore 17, la Sala storica della Biblioteca comunale degl’Intronati di Siena, ospiterà la presentazione del volume «Pietro Mattei da Chiusdino. Cantari in ottava rima (XVI secolo)», di Andrea Conti e Giulia Marucelli, pubblicato da Nuova Immagine Editrice, in cui sono raccolti quattro «cantari», cioè componimenti narrativi in versi («ottave», appunto) di argomento storico o favolistico, cantati un tempo sulle pubbliche piazze. La presentazione del volume è affidata a Duccio Balestracci, Roberto Barzanti e Pietro Clemente. Dimenticati per quattro secoli e inediti fino ad oggi, scoperti in maniera del tutto casuale da Andrea Conti – noto ai più per le sue pubblicazioni su san Galgano – nella Biblioteca Angelica di Roma e nella Biblioteca Comunale degl’Intronati di Siena, questi Cantari furono scritti da Pietro di Matteo di Antonio Mattei, nato a Chiusdino negli anni Venti del XVI secolo e ivi vissuto e morto nel 1603. Dei quattro «poemi», due sono di argomento storico e riguardano rispettivamente la Guerra di Siena vissuta dagli abitanti di Chiusdino e della Val di Merse, e l’arrivo dei Turchi sulle coste maremmane nel 1544, mentre degli altri due, in uno (ricorrendo alla simpatica «finzione del manoscritto ritrovato») si narrano le origini mitiche di Chiusdino che sarebbe stato fondato dal Chiusi signore di Scozia, mentre nell’altro è descritto la storia d’amore fra Benuccio e Ariella, un romanzo non privo di ingenuità ma anche di colpi di scena. I testi costituiscono documenti interessanti sotto vari aspetti: «Fra gli stimoli che hanno sostenuto il recupero di questi antichi e dimenticati manoscritti – spiega Andrea Conti – la necessità di presentare al pubblico gli unici documenti dell’area della Val di Merse che risalgono a un testimone diretto dei fatti narrati». «Non meno importante – ci dice Giulia Marucelli, giovane storica della Lingua italiana – lo studio del patrimonio linguistico che in essi è custodito, quella varietà di un senese dai tratti arcaizzanti punteggiato qua e là di espressioni idiomatiche che si sono conservate in parte nell’attuale parlata chiusdinese e che sembra fornire dati di un certo rilievo anche nell’ottica di ulteriori studi sui rapporti tra vernacolo di Chiusdino, volterrano (a cui il primo viene tradizionalmente ascritto) e senese». Sul piano antropologico i poemi testimoniano il forte legame con una cultura ancora affidata alla trasmissione orale anche per le opere letterarie, benché la stampa iniziasse a favorire un’ampia circolazione dei testi: «I versi del Mattei – affermano gli autori – possono dirci qualcosa anche sulla diffusione delle opere letterarie del tempo e sulla loro fortuna poiché dall’analisi delle ottave si riscontrano sorprendenti risonanze dei grandi autori allora in voga, il Pulci del «Morgante Maggiore», il Boiardo dell’«Orlando Innamorato» e l’Ariosto del «Furioso» …» Nella serata della presentazione, il cantore Marco Betti eseguirà in canto alcune delle ottave del volume.
Nasce l’Accademia di San Galgano
Nasce l’Accademia di San Galgano
Su San Galgano da Chiusdino e la sua spada, molte sono le notizie reperibili sia su internet che nella bibliografia. Purtroppo moltissime sono totalmente prive di fondamenti storici e scientifici, molte sono favolette buone per i bambini, alcune sono vere e proprie stupidaggini. Visto l’interesse che, comunque, questa figura storica suscita, coloro che più amano e che più hanno studiato e ancora studiano il Santo, la Sua storia, i luoghi ed il momento storico in cui Egli ha vissuto, hanno dato vita a questa Accademia con lo scopo di studiare, raccogliere e diffondere quanto ha fondamento storico su Galgano, la Sua terra ed il Suo tempo.